16 GENNAIO 2015
Boko Haram, lo Stato Islamico di Nigeria
DI Marco Di Liddo

Boko Haram. (“l’educazione occidentale è peccato” in lingua Hausa, “Jamāʻat Ahl as-Sunnah lid-daʻwa wal-Jihād”, Popolo per la Propagazione degli Insegnamenti del Profeta e del Jihad in lingua araba, BH), è il principale gruppo terroristico attivo nel nord della Nigeria, in particolare negli Stati nord-orientali di Yobe, Borno e Adanawa, nella regione del Lago Ciad, nelle aree meridionali del Niger, in quelle sud-occidentali del Ciad e infine nel nord del Camerun.

Nato come setta e come organizzazione caritatevole tra il 1995 e il 1998, Boko Haram ha progressivamente rafforzato il proprio radicamento sociale fino a trasformarsi in un esteso movimento con un’organizzazione parallela e concorrente a quella delle autorità centrali nigeriane. Nel 2009, dopo la violenta repressione attuata dalla Forze Armate e di sicurezza nigeriane e l’uccisione del leader Mohamed Yussuf, Boko Haram ha iniziato una violenta campagna terroristica e di insorgenza contro il governo centrale. La trasformazione da movimento sociale a organizzazione terroristica è avvenuta soprattutto a causa dell’ascesa di una nuova leadership, guidata dall’emiro Abubakar Shekau, in contatto con il network di AQMI (Al-Qaeda nel Maghreb Islamico), con al-Shabaab (il movimento qaedista somalo) e, precedentemente, con le organizzazioni pan-africaniste rivoluzionarie finanziate da Ghaddafi. Ancora oggi Boko Haram e le realtà jihadiste del Sahel e dall’Africa orientale intrattengono rapporti proficui e stabili, come evidenziato dalla presenza di miliziani nigeriani durante la guerra in Mali del 2012-2013 e la crescente sofisticazione degli attentati, sia dal punto di vista tecnico (utilizzo di autobombe) sia da quello simbolico (utilizzo di attentatori suicidi).

Le radici dell’insorgenza bokoharamista sono da ricercare nel desiderio di emancipazione dell’etnia Kanuri (6% della popolazione nigeriana, di religione islamica), gruppo subalterno che abita la poverissima regione nord-orientale del Paese e le area limitrofe del Camerun settentrionale, del lago Ciad e del Niger meridionale. I Kanuri, schiacciati dalla diarchia tra i due maggiori gruppi etnici di potere del Paese, i musulmani Hausa-Fulani e i cristiano-animisti Yoruba, hanno trovato nell’Islam radicale e nelle dottrine jihadiste l’ideologia al servizio delle proprie rivendicazioni. Infatti, l’obbiettivo politico di Boko Haram è la creazione di uno Stato Islamico retto dalla Sharia, il cui raggiungimento deve essere ottenuto attraverso il jihad. Si tratta, dunque, di un’agenda al momento prettamente nazionale, ma con ampi margini di regionalizzazione legati alla capacità di estendere il reclutamento in maniera massiccia anche ad elementi etnici non Kanuri. Ne consegue l’assoluta peculiarità dello scenario nigeriano, all’interno del quale insorgenza etnica e radicalismo islamico si sono fusi, sin dall’inizio, in una realtà che non ha precedenti in Africa. In base a queste considerazioni, si può intuire la ragione per la quale Boko Haram colpisca prevalentemente la popolazione cristiana e di etnia Yoruba della Nigeria, accusata di essere occidentalizzata, infedele e al servizio delle nazioni nemiche dell’Islam.

L’utilizzo di attentatori suicidi, assieme alla strategia di uccidere i musulmani ritenuti apostati (dottrina del takfir), costituiscono indicatori precisi sulla penetrazione dell’ideologia qaedista nell’area. Il contatto con AQMI e al-Shabaab ha accentuato la qaedizzazione del gruppo, portandolo ad includere anche obbiettivi occidentali nella propria agenda operativa. In questo senso, l’incremento della retorica anti-occidentale, il rapimento di cittadini stranieri e l’attacco a strutture, uffici e simboli della Comunità Internazionale (come il quartier generale delle Nazioni Unite ad Abuja nell’agosto 2011) lasciano intendere come Boko Haram abbia abbracciato con più convinzione l’ideologia qaedista e, nel prossimo futuro, possa avvicinarsi ulteriormente al mondo globalizzato del jihad.
Si stima che, ad oggi, Boko Haram abbia ucciso più di 23.000 persone, la grande maggioranza delle quali civili. Il gruppo rappresenta una vera e propria struttura para-statale nelle regioni federali nord-orientali del Paese (Borno, Yobe, Kano, Adanawa, Plateau). Infatti, nelle aree rurali, nei piccoli villaggi e nelle periferie delle città più grandi (Maiduguri, Kano, Jos), il movimento controlla il territorio, amministra la giustizia e impone la propria autorità. Tale gestione del potere permette di paragonare il gruppo di Shekau allo Stato Islamico di Abu Baker al-Baghdadi in Siria e Iraq. Questo elemento politico, assieme ai dati inerenti al numero di attacchi ha reso il nord-est della Nigeria come una vera e propria zona di guerra sottratta al controllo delle autorità statali. A novembre 2013, il “Report on Preliminary Examination Activities 2013” della Corte Penale Internazionale (CPI) ha identificato l’insorgenza nel nord est della Nigeria come un “non-international conflict”, ossia con una fattispecie giuridica che descrive quella che comunemente viene chiamata guerra civile. Il documento della CPI è seguito di poche settimane all’atto attraverso il quale il Congresso degli Stati Uniti ha ufficialmente inserito Boko Haram nella lista delle organizzazioni terroristiche mondiali.

Dal punto di vista organizzativo, Boko Haram si regge su una triade di potere, costituita da Shekau e dai suoi luogotenenti Khalid al-Barnawi e Mohamed Nur, responsabili dei rapporti con AQMI e al-Shabaab, che funge da vertice del gruppo. I leader in questione sono affiancati da una Shura (Consiglio) di 30 membri, ognuno responsabile di una singola cellula, formata da circa 150 miliziani e ciascuna delle quali è dedicata ad un determinato compito o ad una specifica area geografica. Le modalità di ingresso nel movimento sono molto selettive e legate ai legami di sangue. Per entrare a far parte della setta è necessario esservi introdotti da un membro già affiliato e di comprovata fedeltà e far parte della sua famiglia. Inoltre, il nucleo centrale dell’organizzazione è esclusivamente riservato a rappresentanti dell’etnia Kanuri. In questo modo, l’organizzazione assume una connotazione fortemente clanica e tribale che garantisce un elevato grado di compattezza e segretezza. In particolare, in base ai dati emersi finora, Boko Haram ha cellule attive nei territori negli Stati federali settentrionali di Borno, Yobe, Kano e Katsina, in quelli centrali di Plateau e Adamawa, in quelli meridionali di Niger e nelle città federali di Abuja e Lagos. Nonostante l’affermazione dell’ala qaedista, il movimento non ha perso la sua dimensione umanitaria e continua ad avere una struttura sociale e politica che eroga servizi di welfare e di educazione alle fasce meno abbienti della popolazione e amministra la giustizia nei villaggi più remoti del nord-est del Paese. La commistione dell’elemento umanitario-sociale e di quello militare fa in modo che la setta si configuri come un vero e proprio para-Stato concorrente rispetto a quello legittimo. L’erogazione dei servizi sociali è la principale fonte del sostegno popolare a Boko Haram e, attraverso le sue strutture garantisce un ampio bacino di reclutamento all’interno della grande massa di giovani disoccupati e analfabeti nel nord-est del Paese.